Medicina Estetica La medicina estetica odontoiatrica

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L’odontoiatria estetica comprende una serie di trattamenti che hanno come scopo quello di rendere il sorriso sano e integro.

Sbiancamento dentale

Tra questi trattamenti lo sbiancamento dentale permette di migliorare il colore dei denti rendendoli più bianchi; è efficace solo sui denti naturali e non su corone protesiche, otturazioni o qualsiasi altro materiale da restauro presente nel cavo orale.

Lo sbiancamento si sviluppa in una o due fasi: quella in studio e quella domiciliare.

In studio.

L’igienista applica il gel sbiancante che viene attivato con la luce laser: si svolgono due cicli da circa 20 minuti, sostituendo il gel tra un ciclo e l’altro.

Domiciliare.

Lo sbiancamento domiciliare avviene con l’utilizzo di mascherine individuali e di un apposito gel sbiancante. Il paziente, a casa, applica il gel con le mascherine per circa 15 giorni; in base alla percentuale della composizione del gel fornito cambierà il tempo di applicazione dello stesso.

Ortodonzia invisibile

L’ortodonzia è la specialità dentistica che si occupa delle malocclusioni dentarie e che vede coinvolti come protagonisti nella pratica clinica tutti quei dispositivi che spesso i pazienti definiscono semplicemente apparecchi dentari.

Viste le richieste sempre maggiori di unire la funzionalità all’estetica, l’ortodonzia invisibile oggi trova ampio impiego nella quotidianità sia di adulti che di adolescenti e bambini in crescita.

Si può ricorrere ad apparecchiature con brackets estetici.

L’apparecchio più utilizzato è senz’altro l’allineatore invisibile che consente di arrivare alla risoluzione di tutte le problematiche ortodontiche con il vantaggio dell’estetica e anche dell’igiene.

L’altra tipologia di apparecchio invisibile è l’apparecchio linguale: in questo caso le singole piastrine vengono applicate sulla superficie interna anziché su quella esterna.

Quest’opzione è senz’altro utile per tutti coloro che, causa esigenze lavorative o per abitudini di vita, troverebbero scomodo il dover rimuovere gli allineatori ad ogni pasto e possono trovare quindi in questa tipologia di apparecchio il giusto compromesso di funzionalità ed estetica!

Il gummy smile

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Con la definizione “gummy smile” ci si riferisce all’eccessiva esposizione della gengiva dell’arcata superiore durante l’atto del sorriso, in particolare quando la gengiva scoperta supera i 3 mm.

Il sorriso gengivale o gummy smile viene infatti descritto a livello internazionale come l’esposizione di una larga banda di gengiva cheratinizzata, maggiore di 2 mm, durante il sorriso pieno; questo effetto viene considerato non attraente, ed è il risultato di numerose cause (alterata eruzione passiva, estrusione dento alveolare, eccesso di crescita verticale delle ossa mascellari, labbro superiore corto e iperattività muscolare).

Nei casi più severi si ha un’esposizione di gengiva anche quando la bocca è a riposo.

Il sorriso gengivale non è una patologia, bensì una condizione di disarmonia del sorriso che nella nostra cultura è considerata al di fuori dei tradizionali canoni di bellezza: quanta più gengiva viene mostrata tanto più il sorriso appare disarmonico.

Quando la causa del gummy smile è l’iperattività muscolare, il trattamento con TBA* può essere una valida alternativa minimamente invasiva per la sua correzione.

*la tossina botulinica di tipo A: agisce bloccando gli impulsi acetilcolinici responsabili della contrazione dei muscoli iperattivi, dando come risultato una diminuzione della contrazione dei muscoli trattati

Il bruxismo

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Il bruxismo è un’involontaria contrazione dei muscoli facciali normalmente utilizzati per masticare.

Può insorgere a qualsiasi età e interessare anche i bambini, con un trend che negli ultimi anni, complice il cambiamento degli stili di vita, ha visto aumentare la sua incidenza nella popolazione mondiale.

Questa contrazione porta a digrignare i denti sfregando tra loro le arcate dentarie: può verificarsi sia durante il giorno che la notte, sebbene nella maggior parte dei casi si verifichi durante il sonno.

Il paziente che soffre di bruxismo può conseguentemente soffrire anche di emicranie e dolori temporo-mandibolari o soffrire di sensibilità dentale da esposizione dentinale.

Il bruxismo colpisce fra il 10 e il 20% della popolazione.

Il trattamento

Non esiste una vera e propria terapia del bruxismo: come fenomeno neurologico e come reazione a tensioni emotive può infatti avere diverse manifestazioni nell’arco del ciclo sonno-veglia e soprattutto può avere diverse conseguenze cliniche.

In caso di bruxismo notturno il “bite” rigido può rappresentare un valido presidio per proteggere i denti ed alleviare la tensione articolare e muscolare.

In caso di bruxismo diurno, invece, l’approccio cognitivo comportamentale è l’opzione terapeutica più indicata, abbinata o meno ad un bite in relazione alla specifica situazione clinica e all’attività lavorativa e sociale del paziente.

L’utilizzo della tossina botulinica: pro e contro

In entrambe le circostanze l’impiego della tossina botulinica rappresenta un trattamento d’elezione: limitando infatti la contrazione muscolare, inibisce la muscolatura il tanto che occorre affinché non si creino le noxe patogene, ma solo la contrazione funzionale fisiologica.

Il trattamento con tossina botulinica offre come unico svantaggio la necessità di sottoporsi periodicamente, ogni 4/6 mesi, ad una nuova seduta a causa del recupero della funzionalità muscolare; si hanno però progressivamente tempi più lunghi di recupero.

Come vantaggio è bene ricordare anche una durata maggiore dell’eventuale bite associato al trattamento per via della minore intensità di digrignamento.

La riduzione della contrattilità muscolare consente anche di migliorare l’aspetto estetico rendendo più “morbido” il profilo mandibolare soprattutto nelle pazienti donne.

In ultima analisi la scelta circa quale approccio terapeutico intraprendere sarà sempre operatore dipendente.

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